[Lista-Gruppi] Partecipazione anonima ad Ubuntu

Milo Casagrande milo a ubuntu.com
Lun 27 Set 2010 20:42:42 BST


Mi aggancio qui, ma in realtà sarebbe da agganciarsi alla fine di
tutto questo thread.
Benché capisca l'intento della proposta, non la condivido pienamente e
vorrei aggiungere i miei due centesimi.

Inizio con una domanda che mi è saltata in testa leggendo la
discussione, ma che magari non c'azzecca niente con tutto:
Secondo voi, se una persona volesse restare anonima, ce lo verrebbe a dire?

È probabile che questa persona comprenda quali siano le limitazioni
che l'anonimato comporta, anche se questo non è scritto da alcuna
parte. Se vuole "arrivare più in alto" (dove "più in alto" non so cosa
sia, ma è per rendere l'idea), si scontrerà probabilmente con la
realtà e con quanto l'anonimato non consenta di fare. Prima o poi si
arriva da qualche parte o si vuole arrivare da qualche parte in cui è
necessario esporsi come persone. Lo abbiamo fatto tutti noi.

Se l'anonimato serve per evitare delle discriminazioni di tipo
sociale, beh, come qualcuno ha già detto, abbiamo fallito come
comunità. E non paga il singolo che si comporta da imbecille, è tutta
la comunità a "rimetterci la faccia". In questi casi è corretto essere
avvisati (amministratori dei gruppi, Consiglio o chi altro) e cercare
di risolvere la questione con la persona discriminata e con il
discriminante. Anche se un "anonimo" firma il CdC, finisce sul planet
e poi inizia a insultare a destra e a manca gli altri membri della
comunità, abbiamo gli strumenti per poterlo fermare: il CdC.

Come è stato fatto notare anche durante la tavola rotonda delle donne
alla DUCC, tante volte non siamo nemmeno noi a prendere le distanze
dal discriminante o a difendere in seduta stante la persona
discriminata (vuoi perché non siamo presenti, vuoi per altri motivi,
però è anche così). Forse iniziando a comportarci in tale modo, anche
le altre persone che restano un po' nell'ombra si potrebbero sentire
più sicure ed esporsi di più.

Col mio cappello da membro del Consiglio:
Da alcune discussioni pare che dovrebbe essere il Consiglio a gestire
queste situazioni, forse è giusto, forse non lo è. Non ho una risposta
per questo. Perché questa persona anonima dovrebbe venircelo a dire a
noi? Non si fida degli altri? Perché dovrebbe fidarsi di noi? Potremmo
anche essere i più grandi cialtroni dell'universo per quanto ne sa e
potremmo andare a spifferare tutto. Il fatto che ci esponiamo coi
nostri nomi reali è condizione necessaria per potersi (iniziare a)
fidare, ma non è affatto sufficiente (non solo per il Consiglio, ma
per tutta la comunità). Ci possono essere esempi di persone che si
espongono, ma di cui magari, per determinati aspetti, non ci si può
fidare.

Personalmente non credo che scrivere queste regole di "contributo
anonimo" da qualche parte possa incoraggiare le persone ad avvicinarsi
a noi. Non credo nemmeno le allontani, ma ritengo più corretto che
tutti quanti noi cerchiamo di lavorare perché la gente si senta sicura
e ben accetta, indipendentemente che si voglia esporre o meno.

Questo è un pensiero personale che vorrei riportare: fino a non molti
anni fa, eravamo tutti (più o meno) "anonimi". Qualcuno, forse, lo è
ancora (se non per tutti noi, per alcuni di noi).
Siamo arrivati fino a qui senza la necessità di regole per questi
aspetti, è veramente necessario averle ora? Non siamo un po' tutti
"cresciuti" in questa esperienza da poter guidare le altre persone?
(il classico mantra del "lead by doing")

Ciao.

-- 
Milo Casagrande <milo a ubuntu.com>


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