[Gruppo FCM] FCM #31 - La mia storia-la mia conversione
Davide Notaristefano
davide a notaristefano.com
Dom 3 Gen 2010 21:18:18 GMT
Ciao a tutti,
ecco l'articolo alle pagg. 19-20: ho tradotto prendendomi qualche "libertà", nel
senso che alcune espressioni in italiano suonavano meglio in un modo piuttosto
che in un altro (e tradotte letteralmente dall'inglese facevano pena), così ho
dovuto anche modificare parzialmente l'impostazione grammaticale della frase.
Ho solo un appunto da fare: l'ultima frase dell'articolo l'ho tradotta un po' "a
naso", semplicemente perché non sapevo proprio come tradurla, ed allora ho
cercato di tradurre il più fedelmente possibile all'inglese, cercando di mettere
a posto la frase in modo da risultare "italiana". Risultato? 'na ciofeca. :D
In ogni caso, ecco l'articolo:
Il mio primo scontro con Linux, in tutti i sensi, fu nel 1999, quando un mio
collega giunse nel mio ufficio e mi raccontò una storia strana. A quel tempo,
lavoravo al Red Cross War Memorial Hospital a Cape Town, in Sudafrica. Il mio
lavoro, come tecnico elettronico, era di fare manutenzione alla dotazione del
laboratorio patologico.
Avevo un computer 486 con DOS e Windows 3.1. Usava Microsoft Office – come tutti i
miei colleghi – per questioni amministrative. Tuttavia c'erano applicazioni che
non potevano essere usate. Qualche collega piratava il software, ed io non posso
essere onesto se non ricordo che lo feci anche io. Una volta, un mio amico mi
disse che aveva così tanto software piratato che aveva chiamato il suo computer
“Jolly Roger”.
Avevo occasionalmente letto di qualche recensione di Linux, ma avevo preso la
questione come se riguardasse un altro costoso sistema operativo. Quindi, in
quel giorno del 1999, il mio collega Grant venne nel mio ufficio e mi raccontò una
strana storia riguardo alcune persone che scrivono software e lo regalavano. Era
difficile da credere, ma sapevo che mi avrebbe raccontato la verità. Mi fece i
nomi di Linus Torvalds, Tux, Richard Stallman, e mi impartì anche qualche
piccola lezione di “linguaggio geek” di Linux.
Semplicemente, dovevo provare questo nuovo software. Il mio primo incontro fu
con “Tom's Root'n'Boot”. Non avevo idea di cosa stesso facendo! Provai a farlo
funzionare su un vecchio XT, ma non riuscii a capire cosa farci. Ero deluso di
dover tornare in ufficio alla mia macchina e usare software che ora iniziava a
diventare irritante.
Qualche giorno dopo, Grant giunse con un CD in mano. Aveva comprato una copia di
“Linux For Idiots”, o qualcosa del genere. Lo provai sul mio computer a casa.
Che roba!
Ancora una volta, non sapevo cosa stessi facendo. Non avevo mai partizionato un
disco fisso. Adesso era arrivato questo software e voleva che io lo tagliassi e
affettassi! Ma ebbi una mano. Il mio figlio minore, Adrian, sapeva cosa fare.
Ancora non sapevo cosa potessi fare con Linux.
Nel 2001 cambiai lavoro e iniziai a lavorare all'Università di Cape Town (UCT).
Venne fuori che c'erano altri che erano interessati a Linux. Avevano installato
un server, e offrivano Linux sulla rete intranet dell'UCT. Scaricai Debian e
provai ad installarla sulla mia macchina insieme a Windows. Brancolavo ancora
molto nel buio, ma Grant, a proposito, era stato trasferito ed ora lavorava per
il dipartimento IT dell'UCT. Giunse al mio ufficio e mi creò la mia casella email.
Ora avevo qualcosa da poter fare con Linux. Siccome potevo avviare o Linux o
Windows, passai più tempo possibile usando Linux e riavviavo Windows solo se era
necessario.
Non ero ancora completamente soddisfatto. Sembrava che potessi usare Linux solo
fin quando Windows si fosse piantato da qualche parte. Nel 2004, Mark
Shuttleworth rilasciò “Warty Warthog”. Non appena mi procurai una copia, la
installai sui miei computer, al lavoro e a casa. Warty non cambiò molto il mio
mondo informatico. Ancora una volta, ero deluso perché non riuscivo ad usare
Linux quanto avrei voluto. Avevo pensato che Warty sarebbe stato il punto in cui
avrei potuto abbandonare Windows per sempre.
Mark Shuttleworth ebbe altre idee. Rilasciava una nuova versione di Ubuntu ogni
sei mesi. Mentre installavo ogni nuova versione, trovavo che stessi imparando di
più circa le questioni più tecniche di Linux. Inoltre, il mio figlio minore,
Adrian, aveva lasciato la scuola e stava lavorando per un provider Internet che
usava solo Linux. Ogniqualvolta avessi problemi con Ubuntu, inviavo un'email ad
Adrian. Alla fine, entrava nel mio computer tramite SSH, e metteva a posto le
cose per me. Gradualmente ho imparato sempre di più su Linux e sono diventato
sempre più indipendente. Ora installo Ubuntu da solo. Bisogna riconoscerlo, non
è così difficile, grazie a Mark Shuttleworth.
Ho fatto progressi attraverso dieci versioni di Ubuntu. Mi piace usarlo perché
costa così poco. Quando viene rilasciata una nuova versione, porto un pacco di
DVD e copio interamente Ubuntu e repository sul Freedom Toaster dell'UCT.
A casa uso solo Ubuntu. Non ho bisogno di altro software. Principalmente uso
OpenOffice, Scribus, Qcad, Gimp, Audacity e Amarok. Questi nomi potrebbero suonare
strani ai profani. OpenOffice è una suite da ufficio, che include, tra le altre
cose, editor di testi e fogli di calcolo. Scribus è un'applicazione desktop di
pubblicazione. Qcad è un programma tecnico di disegno. Gimp è un programma di
ritocco grafico. Audacity è un editor audio. Amarok è un lettore MP3 di alta
qualità. Queste brevi spiegazioni non descrivono in nessun modo la qualità di
questo software. Dovete provarlo voi stessi.
Al lavoro, ho una macchina standard con XP, ed un'altra con Linux connessa
tramite un commutatore KBM. Mi sono così abituato ad Ubuntu che ci passo più
tempo possibile. Se state leggendo questo articolo e non avete provato Ubuntu,
tutto ciò che posso dire è “fateci un giro”. Fate partire la versione live sul
vostro computer, in modo che possiate vedere cosa è in grado di fare. Se volete
usare Ubuntu, ma dovete conservare XP o Vista, installate Ubuntu con “Wubi”.
Questo vi darà la possibilità di provarla senza modificare la vostra
installazione originale. Ed infine, se siete in dubbio, chiedete. Normalmente,
c'è sempre qualche geek domestico che si fa trovare da qualche parte in
falegnameria.
Vignetta:
Pensi che io sia bello?
Si, stai bene.
Solo, non andare vicino alle donne.
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